domenica 25 settembre 2016

L’INGRESSO DELL'ANIMA NEGLI ESSERI VIVENTI AVVIENE NEL MOMENTO DEL CONCEPIMENTO OPPURE ALLA LORO NASCITA?





      

a)  Presentazione del tema

       Un bel dí eravamo al cimitero per onorare i nostri morti.  Ed ascoltando due casalinghe del paese ove abitiamo argomentare sul fatto che i vecchi tendano a diventare come bambini, abbiamo aggiunto da parte nostra che non solo rassomigliano ai bambini, ma prima o poi diventano bambini.  Avendo compreso che le nostre interlocutrici non avevano afferrato il concetto, abbiamo offerto loro qualche spiegazione in piú e cioè che dopo la morte si vive una nuova vita: in questo senso si ridiventa bambini.  La cosa migliore per il nostro benessere immediato sarebbe stata star zitti e non addentrarci nelle spinose questioni dell’anima con gente che aveva solamente problemi pratici.  Una terza donna, che proveniva probabilmente da un paese vicino, è infatti intervenuta nel colloquio accusandoci d’eresia ed affermando che non era quello che affermava il catechismo cristiano.  Naturalmente noi non avevamo attribuito quanto da noi asserito al cristianesimo e tanto piú al cattolicesimo tout court, che ne è solo un versante (1).  Ma, nel contempo, non ci pareva credibile che la religione cristiana negasse questo; se lo avesse fatto, ciò sarebbe andato dal nostro punto di vista a suo detrimento.  Dal punto di vista della donna il nostro atteggiamento appariva invece oltremodo forzato.  Per tal motivo ci siamo dedicati a codesta ricerca, al fine di sviscerare il problema in maniera maggiormente corretta, al di là delle banalità reciproche della discussione.  La gente semplice, ancor piú degli studiosi, tende ad identificare Cristianesimo e Cattolicesimo, ma è evidente che questo è già un errore di partenza in una discussione seria.  Inoltre, il Cattolicesimo post-tridentino dando luogo al Cattolicesimo missionario ed ecumenico moderno si è alquanto differenziato rispetto a quello barbarico medievale, non meno di come il Cattolicesimo medievale era mutato nei confronti del Cattolicesimo imperiale antico di stampo costantiniano.  La storia intera del cristianesimo ce lo insegna (2).
       Due sono perciò le linee di pensiero da noi seguite in questa breve indagine.  Una prima linea parte dal desiderio di chiarire in primis a noi stessi, e poi ad altri eventuali lettori di codesto nostro scritto, quale sia la sorte dell’anima al principio della vita secondo il pensiero cristiano prima e poi quello cattolico in particolare.  Una seconda linea nasce per contro dal tentativo di enucleare la verità effettiva riguardo il post-mortem e la rinascita, fatto 



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quest’ultimo che in una visuale filo-induista quale la nostra non mettiamo minimamente in dubbio, ma che è in genere respinto dagli appartenenti alle tre religioni di discendenza abramitica.  Soprattutto da parte delle ultime due, molto meno dall’Ebraismo.  Tant’è che, se si esaminano le versioni originali dei testi cristiani in greco (3), si scopre fatalmente l’esatto contrario; ossia che i primi cristiani (i quali andrebbero chiamati però diversamente, cioè nazarei o nazareni) credevano nella rinascita, esattamente come i praticanti di tutti gli altri culti orientali coevi.  L’Antichità greco-romana non aveva viceversa un pensiero chiaro al riguardo, sebbene determinati testi esoterici impostino la questione non troppo diversamente dal mondo orientale. 



b)  Una prima riflessione sul presumibile percorso dell'anima durante la vita umana, dalla nascita alla morte

      Risulta evidente dal nostro preambolo, anche se non viene affermato da parte nostra a chiare lettere, che la questione sollevata dipende strettamente dalla concezione del post-mortem.  Ovvero chi crede che l’anima rinasca tende a relegare l’ingresso dell’anima nel feto alla nascita piuttosto che porlo nel concepimento, a meno di pensare – come avviene in certi film reincarnazionistici hollywoodiani – che il passaggio avvenga da un corpo all’altro, sic et simpliciter.  Ma le cose non possono stare in questa maniera semplicistica, dato che in tal modo si crea un dualismo fra anima e corpo, negando la psiche.  Dunque riteniamo che l’idea dell’ingresso al concepimento sia legata alla negazione della rinascita, alla quale si contrappone una fantomatica Resurrezione.  Però la Resurrezione cos’è se non l’uscita dell’anima dal corpo, che la tiene imprigionata dalla nascita, per raggiungere la sede celeste?  Questo pensiero, fra l’altro, è d’origine gnostica e non corrisponde affatto al punto di vista cattolico, impregnato in incognito di paganesimo.  Quantunque, a livello ascetico soprattutto, abbia costantemente informato di sé il cristianesimo nascente e indirettamente tutta la storia cristiana.  Chi crede nella Rinascita, come il sottoscritto, ha maggior motivo di pensare che il 



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trasferimento del composto psico-somatico avvenga durante il concepimento, ma che l’altra componente (l’aggregato psico-spirituale) provenga da Lassú nascendo.  Altrimenti, perché fare gli oroscopi radicali sulle nascite?  Bisognerebbe farli allora sul concepimento.  E tutta la storia umana non avrebbe senso dunque.  Questo è un argomento di tipo tradizionale, ma anche basandoci unicamente sulla biologia moderna, dovremmo assumere diversamente l’insieme degli spermatozoi maschili e degli ovuli femminili quali veicoli di anime.  Il che parrebbe assurdo, perché il loro sacrificio abituale risulterebbe enorme.  Quello appena espresso rimane comunque il nostro pensiero, o meglio il nostro punto di vista, sulle due questioni sopra delineate.  Indipendentemente dalla logica, proviamo ad esaminare quale sia la concezione cristiana dell’anima ed in che modo si differenzi da quella di altre religioni.  
       Avendo dapprima interpellato nostra cugina (M.B.), che ha insegnato catechismo ai ragazzi per piú di vent’anni, ci ha risposto che il destimo dell’anima non è ben chiaro nell’interpretazione cattolica.  Per una risposta maggiormente approfondita ci siamo rivolti ad un amico (E.A.), esperto in materia di cristianesimo e di rapporti colle altre religioni oltreché di teologia e filosofia cristiana.  Questi ha praticamente ribadito la stessa cosa.  In effetti, in ragione dei nostri studi di Storia del Cristianesimo e di Storia delle Origini Cristiane presso la Facoltà di Lettere dell’Università di Torino (4), non ci risultava qualcosa di troppo dissimile.   


  
c)  Ulteriori approfondimenti: l’opinione dell’Astrologia

       Non accontentandoci di siffatte opinioni, la nostra compresa, abbiamo voluto approfondire ulteriormente la questione; non catalogando tutte le opinioni espresse in proposito a livello letterario, come si fa generalmente nelle tesi universitarie con estrema superficialità.  Quanto, piuttosto, allargando la disquisizione appena iniziata ad altri argomenti correlati.  Cominceremo dal sapere astrologico, cosa che comporterà 



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un’analisi in dettaglio della nostra nascita personale.  Indi passeremo ad una disamina un po’ inconsueta del significato del Natale e del retroterra culturale che ha portato a quella data concezione della vita, ciò che colla nascita ha in tutta evidenza direttamente a che fare. 
       Per quel che concerne il primo problema, vale a dire ciò che accade realmente fra la morte e la futura nascita, occorre tener contro che l’Astrologia Giudiziaria compila l’oroscopo sull’ora di nascita e non su quella del concepimento; che del resto non era
un tempo tenuto molto in considerazione, anche perché per vari motivi non poteva essere accertato con precisione a differenza di oggi.  Già questo è un valido indizio che la persona intesa nella sua integrità di corpo, mente e spirito è tale solamente all’atto della nascita.  È vero che i cattolici dei tempi manzoniani (ma Alessandro Manzoni era un giansenista, non un vero cattolico) hanno disertato le pratiche astrologiche.  Tuttavia l’Astrologia come tale e non nei suoi dubbi sviluppi moderni è sempre stata parte integrante della storia cristiana, sia nella Tarda Antichità sia nel Medioevo, secondo quanto ci confermano i numerosi Zodiaci e Rosoni vari scolpiti all’ingresso delle chiese e delle cattedrali.  Ad ulteriore conferma un archivista del Vaticano, il sign. Massimo Chiozzi di Scrinium, avendoci preso contatto con noi per proporci un nuovo libro sulla posizione di Clemente V nei confronti dei Templari ci confidò una volta in casa nostra (5) che il simbolismo astrologico si trovava dovunque nei reperti degli Archivi Vaticani risalenti al I mill. d.C.  Sarebbe stato utile un confronto con quelli del II mill., sennonché gli Archivi che li riguardavano non erano ancora stati aperti.  Ragion per cui non si può non prender in considerazione l’argomento astrale trattando di un simile tema in attinenza al Cattolicesimo, giacché la nascita è un fatto cosmologico oltre che ontologico.        


  
d)  La morte di Guénon e la nostra nascita individuale

       Ebbene, l’oroscopo può esser applicato a qualsiasi cosa si origini in un dato periodo, comprese le forme astratte; dunque 



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anche il concepimento può essere analizzato in relazione alle posizioni astrali, benché sia per certi versi un fatto oltremodo concreto.  Anzi, questo è quel che abbiamo provato su di noi, un giorno, cercando di sapere quale fosse – in mancanza di dati
trasmessici da parte dei nostri genitori – l’esatta data del nostro concepimento; giacché nostra madre ci aveva confidato, una volta, che eravamo nati oltre i comuni 9 mesi.  Il fatto aveva però sempre preso una piega di carattere medico, sino a quel momento; dato che, essendo nati con 4,8 kg di peso, avevamo subito la rottura congenita del setto nasale durante il parto e ciò ci aveva ci aveva portato a subire una dolorosissima operazione chirurgica sui 16 anni.  Non sapevamo tuttavia la data del nostro concepimento, né crediamo se la rammentasse nostra madre.  Non ce ne aveva mai parlato, neppure vagamente.  Né ci eravamo mai mostrati interessati sino a quel giorno a conoscere il numero esatto dei giorni in piú oltre i quali si era prolungata l’attesa della nascita del loro figlio da parte dei nostri genitori.  Dato che nella nostra vita da un certo periodo in poi avevamo trovato grande interesse spirituale nella lettura dei libri del grande scrittore francese René Guénon, abbiamo tentato per celia di considerarci nientemeno che la sua <reincarnazione> (6).  Perciò, essendo lui mancato il 7 gennaio 1951 (7) e noi nati il 17 dello stesso mese e anno, abbiamo provato a calcolare il nostro concepimento come se fossimo nati 10 giorni dopo i regolari 9 mesi.  Sta di fatto che andando a ritroso a partire dalla data di morte del Maestro di Blois, cioè dal 7 gennaio 1951, e calcolando precisamente 9 mesi, arrivavamo ad una data che corrispondeva ad una domenica.  Difatti il 17 gennaio ’51 era un mercoledì.  Sempre nella stessa logica, essendo nati di mattina, la data precisa del concepimento sarebbe dovuta cadere di mattina.  A questo punto abbiamo ulteriormente calcolato quale potesse esser stata l’ora fatidica del rapporto genitale fra i nostri genitori.  Si tratta di un passaggio che non possiamo documentare.  Unicamente chi sa d’astrologia può capire, poiché gli avvenimenti succedono allorquando le posizioni astrali combaciano matematicamente; in quel caso, tenendo conto della nostra ora natale, abbiamo trovato retroattivamente le posizioni adatte del concepimento a far sì che la nascita avvenisse in quel preciso istante che piú o meno conoscevamo (8).



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       Non sapevamo comunque se quella domenica fosse stata per davvero la preparazione della maternità per la nostra cara madre, noi l’avevamo calcolata esclusivamente su base numerico-astrale.  Inoltre dalle nostre deduzioni risultava che il concepimento fosse avvenuto all’ora della Santa Messa, fatto che ci sconcertava, conoscendo la devozione della nostra genitrice verso la Chiesa e le sue abitudini domenicali.  Avvenne invece un fatto straordinario, che tramutò all’improvviso ai nostri occhi quello scherzo in una visione reale del nostro concepimento.  Con un fil di voce, poco convinti di essere nel giusto sapendo della sua iscrizione giovanile all’Azione Cattolica, domandammo a nostra madre perché mai ci avesse concepito all’ora di Messa.  E lei, ricordandosi come in un lampo di memoria di quel che era avvenuto, ribatté sorridente che quel giorno insieme a nostro padre era tornata da Messa coll’intento di concepirci (“farci nascere” a suo dire, ma è evidente che si riferiva al concepimento).  Fu forse per questa vicinanza alla Santa Messa del concepimento, oltre che per la prossimità della casa dei nostri genitori alla chiesa locale del paese, che il sottoscritto ha immancabilmente sentito un trasporto religioso per tutta la vita?  (Tranne in un breve periodo di agnosticismo epicureo nella seconda metà degli anni ’60.)
       In un secondo tempo, avendo rinvenuto dati maggiormente precisi sulla morte dello scrittore francese summenzionato, ci siamo accorti che era deceduto con Saturno al 2° della Bilancia; in un grado in cui si trova anche il nostro Saturno (9) di nascita, essendo nati soltanto 10 giorni dopo.  Si può dunque supporre che nostra madre, avendo l’Ascendente a 2° della Bilancia, abbia potuto accogliere pietosamente quell’anima nel suo grembo.  Da notare, infatti, che l’Ascendente di una persona è segnato nel cosmogramma individuale sotto forma di freccia.  Il nostro insegnante veneziano di Storia dell’Arte dell’India e dell’Asia Centrale al tempo della tesi di laurea, un giorno che ci aveva pagato gentilmente un pranzo, ci palesò a tal proposito - sebbene i nostri discorsi vertessero altrove – che secondo E.Wind (lo studioso dei prolungamenti storici dei Misteri pagani durante il Rinascimento) le frecce degli Amorini rappresentavano appunto le frecce degli Ascendenti, avendo essi a che fare colle anime dei morti.  Gli Amorini nel passaggio dal cristianesimo al paganesimo si 



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sono trasformati negli Angeli, ma la sostanza non cambia.  In fondo il nostro Angelo Custode, cui è dedicata una preghiera oggi purtroppo in disuso, non è che il custode divino della nostra anima.  Si può addirittura identificarlo, volendo, all’anima stessa stando agli insegnamenti pagani degli antichi.    


  
e)  Oroscopo del concepimento e dissacrazione del cosmo

       L’Ascendente può esser calcolato pure per il concepimento, ma come si può pensare che ad un essere non ancora autonomo rispetto al corpo materno, un essere il quale vive una vita intrauterina e non ha stimoli esterni se non approssimativi, possa appartenere l’anima?  Quell’anima che, a giudizio dei culti pagani e anche del cristianesimo, sopravvive alla morte.  Sopravvive alla morte e poi s’insedia in un embrione?  Assurdo!  Il problema vero è che ai cristiani di oggi non è ben chiaro tutto il processo del post-mortem; poiché si accontentano di sperare, teologicamente, che vi sia qualcosa cui aggrapparsi nell’Aldilà.  Un Aldilà che, al modo dei primitivi, essi pongono in Cielo; ma quale Cielo può appagarli in un mondo ove lo spazio siderale è stato profanato da satelliti ultratecnologici e che non ha piú in Sé una vetta metasimbolica.  Siccome l’Infinito è stato trasformato matematicamente ed astrofisicamente nell’indefinito. 
       Del resto nei funerali i maschi han preso ormai l’abitudine di parlare di tutto tranne che del defunto e del destino di quell’anima «passata a miglior vita».  Se vi accennano, saltano fuori soltanto delle banalità o delle considerazioni di ordine sentimentale, null’altro.  Circa la possibilità di esistenza di qualcosa che superi la vita quotidiana non rimane che un vago «chissà!».  Le donne ascoltano invece il sacerdote pregando, in modo piú serio di loro (eccezioni a parte, s’intende), ma dubitiamo che anche loro possano intendere al meglio l’appello del sacerdote alla <morte in Cristo>.  Anzi, se dobbiamo essere sinceri, dubitiamo persino che il sacerdote medesimo possa comprendere bene il proprio appello a divenire Cristo ossia la <Vetta del Mondo> di cui abbiamo appena sussurrato; perché è evidente che senza quel morire in Dio – 



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virtuale o meno che sia – non c’è vera salvezza dell’anima.  Orbene, come insegnano le basi del catechismo cattolico, “Dio è in Cielo e in Terra e in ogni luogo”; quindi, sotto quest’aspetto, che chiameremo ontologico, è chiaro che essendo la Divinità dovunque (non in senso panteistico, ma piuttosto trascendente) è pure nell’embrione.  Non solo umano, ma anche animale.  Lo afferma il concetto stesso di animal in latino.  Ed è per tal motivo che esiste uno iato fra le ricerche biologiche sulle cellule viventi e la materia inerte: gli scienziati appaiono incapaci di superare quello iato che sta fra la non-vita e la vita nel cosmo.  Per quanto avanzata sia la tecnologia odierna, non è stata mai in grado di ricreare la vita e psicoticamente si dà da fare per manipolarla in vari modi attraverso ibridi genetici mostruosi, come già suggeriva di sperimentare l’Imperator rosacruciano deviato Francis Bacon nella sua Nova Atlantis (New Atlantis) nel 1627.  Questo suo scritto è la rappresentazione in realtà dell’Utopia negativa, anche se è proprio tale utopia che ha preso piede nel mondo moderno e contemporaneo. 




  
f)  Il Santo Natale, festa della natalità di ogni creatura, e non unicamente di Nostro Signore

       Ragion per cui è facile credere che nei tempi passati gli uomini abbiano avuto una concezione maggiormente precisa della sorte dell’anima nel cosmo, almeno presso le classi sociali piú elevate; ma che in seguito, col passaggio dalle religioni astrali pagane a quelle monoteistiche urbane, sia avvenuta un’eclisse della ragione ed il sentimento abbia occultato quelle credenze.  Che la vita dei concepiti nei ventri delle loro madri sia sacra e ovviamente da tutelare, ciò valendo pure per il mondo animale, lo sapevano gli antichi e lo tramandavano di generazione in generazione. Le pratiche venatorie e l’avvento delle civiltà urbane hanno fatto a poco a poco piazza pulita di tale rispetto per la vita e disprezzo per l’aborto (10).
       A testimonianza di questa cura per la preservazione della  



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Creazione, la quale non è solamente venerazione vaga per la Natura ma coinvolge l’intero nostro essere, è rimasta una festa nel nostro calendario: il Santo Natale.  Benché profanata dall’industria dei dolciumi, questa festa ha serbato qualcosa d’esotico che ci richiama alle nostre origini.  Proprio la figura che lo rappresenta per antonomasia, Babbo Natale, ha a che fare coll’argomento ivi in discussione.  Da notare che anche il Natale, come l’oroscopo individuale, non si richiama al concepimento bensí alla nascita.  Babbo Natale è stato assimilato a San Nicola da coloro che vogliono fare tutti i costi del Cristianesimo una religione assoluta, ma le origini del vecchio vestito di rosso sono pagane – anzi tribali – e non cristiane.  E se scaviamo in profondo, ci accorgiamo che la veste rossa (solare) non è nemmeno quella originaria.  Il colore originario è l’azzurro o il blu, l’azzurro o il blu del Cielo diurno o notturno ovviamente (11).  Poiché Babbo Natale non è altro che il Padre Celeste dei tempi primordiali.  Non quindi Padre Crono, secondo quanto parrebbe da certe sue connotazioni posteriori, ma piuttosto Padre Urano.  Certo, la provenienza geografica è nordica, non greca, benché vi sia stata una sovrapposizione tematica al riguardo.  Il prototipo di codesta figura è stato riconosciuto, unanimemente, nel Ded Moroz (‘Nonno Gelo’) russo. 
       Ora Ded Moroz, rispetto ad altri pupazzoni consimili nordeuropei, ha conservato dei caratteri arcaici: la Coppa dell’Abbondanza e l’Arca.  Dopodiché è subentrata la slitta saturnina colla Renna od il Cervo.  Il che ci permette di postulare un’identità di siffatta figura di traghettatore d’anime (prima che di doni, agli stati spirituali elevati dell’esistenza) con il Brahmâ -Manu hindu, ovvero l’Uomo-dio dei primordi, del Paradiso Terrestre.  La vicenda paradisiaca di Adamo ed Eva ci narra unicamente del Peccato Originale, non ci rivela la grande intuizione dei nostri lontani Progenitori; Babbo Natale, al contrario, ci spiega il senso della vita, come dono che noi facciamo a noi stessi rinascendo.  Questa, tra l’altro, è la vera Resurrezione anche in senso cristiano.  Non ve n’è un’altra.  



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g)  L’Anima e la Vita Universale

       Per questo la nascita di qualsivoglia creatura è sacra, perché ogni creatura nel suo profondo Non-essere è l'Assoluto.  Essa desidera nascere e perciò va rispettato fino in fondo, fino a che è possibile, il suo desiderio di esistere.  Non vi è errore peggiore nella nostra esistenza del togliere la vita ad un altro essere, che come noi ha avuto il desiderio di nascere e di rimanere vivo.  Togliendo la vita a quell’essere, immiseriamo la nostra anima e la poniamo in balía delle contingenze.  Quando la Chiesa insegna che la vita individuale è unica e irripetibile afferma il giusto.  Però, aggiungendo che i morti risorgono e vanno presso Dio, dovrebbe spiegare meglio cosa intenda.  Quest’omissione, infatti, finisce per farci fraintendre il senso della vita.  Sí, la vita è unica a livello individuale (nell’insieme di corpo, mente e spirito), ma non la vita dell’anima.  Se l’anima è immortale è per definizione capace di tornare di nuovo alla vita e la fase di passaggio verso il Creatore è una sorta di ricarica per un nuovo viaggio alla ricerca di sé.  Non a caso questo flusso è raffigurato graficamente da varie tradizioni come un cerchio, suddiviso in 4 settori, ciascuno di 90°.  Ogni settore indica una fase del persorso dell’anima attraverso l’Universo.  Il primo quadrante, in alto a sinistra, indica la fase del ritorno ossia la Discesa dal Cielo alla Terra; che solamente da un punto di vista logico possiamo sia iniziata in un dato momento, ma un inizio in realtà non vi è mai stato se non in un amplissimo ciclo.  L’India lo definisce ‘Giorno di Brahmâ’, contrappnendo a questo una ‘Notte di Brahmâ’.  Il secondo quadrante, in basso a sinistra, allude alla Discesa agl’Inferi; in basso a destra, alla Risalita verso il Paradiso Terrestre, ed in alto a destra a quella verso il Paradiso Celeste.  Ciò dimostra che la Discesa in Terra e la Risalita in Cielo dell’anima è inserita in una struttura circolare, non soltanto grafica, ma realmente cosmica.  Anzi, sovracosmica; poiché il punto culminante del Cielo è trascendente, iperuranico.  Non si tratta d’un evento occasionale, frutto dell’arbitrarietà dei genitori.  Il Libero Arbitrio subentra nella scelta di restituire la vita che ci è stata donata, non solamente dai nostri antenati, ma da Dio
medesimo.  Altrimenti la nostra vita non conterebbe piú di quella d’una zanzara.  Stando invece cosí le cose, come si è detto, è la 



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vita della zanzara che conta tanto come la nostra.  Inserendo dunque in tale flusso appena descritto tutti gli aspetti della vita universale ci accorgeremo che il mondo è una meraviglia unica e la meraviglia maggiore è la perpetuità di siffatto flusso, non la pretesa del Giudizio individuale.  Il Giudizio è universale, siccome l’anima è per sua natura universale, come insegnano sia la dottrina cristiano-apocalittica sia quella vedantina dell’Âtmâ.  Gli indú asseriscono che è l’ Âtmâ (l’Anima Universale) ad emigrare di vita in vita, non il Jîvâtmâ (l’anima individuale), in ciò esprimendo un punto di vista opposto a quella della teleologia di stampo buddhista.  Secondo un punto di vista maggiormente elevato, tuttavia, Âtmâ e Jîvâtmâ si identificano allorché l’uno è disciolto nell’altro contemplativamente.

       Ora, analizzando l’etimo della parola ‘anima’ noteremo che la radice indoeuropea del termine è connessa col respiro (ted.Atem); in latino il vocabolo anim-a ha lo stesso significato, dato che la nasale interna –n- costituisce una semplice dissimilazione rispetto alla dentale (√an-m < at-m).  Del resto è il respiro che principalmente rende possibile l’esistenza corporale dell’anima e quindi la contraddistingue, ma il respiro dipende dalla nascita e non dal concepimento.  Chi parla di discesa dell’anima al momento del concepimento dovrebbe prima riflettere sull’etimo della parola, il quale in definitiva chiude la questione.



g)  Conclusioni

       Quanto precede spiega perché in tutto il mondo si contano gli anni a partire dalla nascita e non dal concepimento.  Nessuna cultura umana, che si sappia, ha mai aggiunto 9 mesi oltre a quelli della vita vissuta nel computo degli anni.  E non è soltanto questione di autonomia biologica del neonato rispetto alla madre, visto che necessita pur tuttavia del latte materno.  L'anima è respiro e il respiro comincia alla nascita, non nel concepimento.   La verità è che corpo, mente e spirito sono tre cose distinte, che si sovrappongono durante la vita ma si sciolgono dal corpo al 



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momento della morte.  La Psiche lo fa anche nei sogni, vagando qua e là; lo Spirito pure, addentrandosi nelle sue contemplazioni in un mondo ancor piú elevato, al di là dei sogni.  L’Anima si situa piú oltre ancora, è l’Universo medesimo nella sua Non-essenza ultima, donde dipende tutto quanto.




Note



1)       Il Cristianesimo non è  il Cattolicesimo e neanche l’Ortodossia.  Non è neppure la somma di queste due confessioni principali, pur aggiungendo loro una terza, il Protestantesimo.  Ma è semplicemente l'insieme di tutti i culti cristiani, considerati eretici o non.  L’eresia, d’altra parte, è un concetto greco-occidentale, non si trova in Oriente se non in forma assai sfumata.  E non è detto, peraltro, che l’accusa di eresia sia sempre fondata.  Gli ultimi studi sul Cristianesimo l’hanno dismostrato ad esempio collo Gnosticismo, il Nestorianesimo e l’Arianesimo.  Si tratta di branche del sapere religioso differenti, tutto qui.  Ovviamente esiste anche l’eresia, il Luteranesimo non può esser considerato ortodosso da nessun punto di vista nel suo insieme; ma anche qui esistono certi aspetti del culto che risalgono a forme ortodosse disperse nei rivoli dell’eresia, per cui è sempre meglio andare cauti e mostrare rispetto nei confronti di tutti.  Anche perché un conto è la religione teorica ed un altro il culto: se i paesi protestanti hanno subito un mutamento storico-politico improvviso ad una certa epoca, non è detto che di colpo gli abitanti di quei paesi si siano trasformati da credenti in eretici.  Inoltre, il pensiero dei tempi precedenti a quel dato mutamento potrebbe esser tornato a far capolino in tempi successivi, senza che le autorità e i credenti stessi ne abbiano preso atto.  Quindi è molto piú difficile giudicare il pensiero individuale rispetto a quello generale, essendo il primo parecchio mutevole nell’arco d’una vita. 
2)       Cfr. H.-Ch. Puech (a c. di), Storia del Cristianesimo- Laterza, Bari 1983, passim.
3)       P.Brezzi, Fonti e studi di Storia della Chiesa- Marzorati, Milano 1962, Vol.I, passim.
4)       Avevamo il compito di approntare in proposito una tesi, concernente il mondo cristiano, intitolata La Caccia Gentile e il Cor Fidele; purtroppo non portata a termine al pari degli studi a causa di problemi familiari, vale a dire la morte del padre. 
5)       Com.or.
6)       Il termine è sbagliato, fa parte delle divagazioni occultistiche moderne; l’esatto vocabolo è palingenesi, corrispondente in modo preciso al scr. punar-janm 




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(‘rinascita’).  Anche la Resurrezione cristiana, a parte certi connotati particolari suoi propri, in fondo altro non che una palingenesi.
7)       Il 7 gennaio, guardacaso, è pure la data della celebrazione del Natale ortodosso, che viene un giorno dopo l’Epifania.
8)     Data la tendenza dei messi comunali a segnare delle ore native approssimate all’ora, oppure alla mezz’ora od al quarto d’ora, gli astrologi usano aggiustare i dati di nascita in base ai transiti planetari; col che variano tanto l’Ascendente quanto il Discendente e, ovviamente, anche le cuspidi delle altre Case.  Per i pianeti le variazioni sono minime, ma la loro presenza in una Casa o in un’altra cambia spesso di parecchio la natura d’un oroscopo.
9)       Saturno è un pianeta lento.

10)     Cfr. I.Lawton, Le antiche civiltà antidiluviane.  Origini, evoluzione, tecnologie e dottrine- Newton C., Roma 2006 (Genesis Unveiled, The Wisdom of Our Forgotten Ancestors- Newton Compton,  2003), P.Pr., Cap.5, pp. 86-7.  Il libro contiene molto materiale aggolomerato, senza un preciso ordine ed una posizione precisa dell’autore, ma è ugualmente molto interessante per tutte le cose che riporta.  Alcune di queste sono i passi di uno scritto taoista ripreso in un libro redatto da un professore dell’Università del Galles (A.Morgan, Tao, The Great Luminant: Essays from Huai Nan Tzu- Paragon Book, N.York 1969).   
11)     G.Acerbi, Il doppio volto di Babbo Natale- Alle pendici del Monte Meru (blog, 25-12-12), p.5. 




Illustrazioni

1.   Anima-universo (stampa cont., on line).
2.   Coppia di Amorini colle Frecce, immagini degli Ascendenti dei morti, o dei viventi che li fanno rinascere (F.Susini & F. del Tadda, 1639-41, Fontana del Carciofo, Giardino di Boboli, Firenze).
3.  Coppia di Angioletti, con stessa funzione ma mancano le 'Frecce', segno di decadenza del concetto (stauette d'arte contemporanee, on line).
4.   I genitori simbolici alla base della nascita animica (stampa cont., on line).
5,   Iniziazione (idem).
6.   La centralità dell'Anima nell'Universo (id.).



Fonti

1.    G.Tirelli, La scienza dell'anima- Break News, on line (9-01-13).
2.    On line.
3.    Ibid.
4.    Bekijk deze afbeeldingen en meer! (catalogo di immagini on line).
5.    Nicola (Blog Universo), Le "Anime pronte"- Break News, on line (15-03-15).
6.    G.Perrotta, Esiste la prova scientifica dell'esistenza dell'anima?- art. on line (....) oppure v.Bilotta, Tutti nascono con un progetto dell'anima- Blogspot (15-11-14).



Fig.1 

Fig.2

Fig.3

Fig.4


Fig.5


Fig.6