Ciclicamente il sacerdozio romano pagano,
rapportato a quello cristiano (1), può dirsi altrettanto debole a causa
del prevalere nel mondo occidentale europeo fin dall’Antichità d’un sentimento
aristocratico prevalente. Per questo non
esistono scritture romane pagane, cosí come non esistono scritture pagane
elleniche nonostante l’affinità dei culti pagani greco-romani tramandataci dai
letterati e dai poeti antichi latini con quelli consimili della letteratura
indoeuropea asiatica o nordeuropea. Ragion
per cui il giudizio proprio di quel sacerdozio praticamente ci manca e per
stilare un giudizio esterno su di esso abbisognamo dunque d’una comparazione da
un lato coi culti pagani affini di tipo vedico-avestico oppure celto-germanico e,
dall’altro, coi culti della religione che di quella antico-romana ha preso il
posto nel tempo a partire dalla Tarda Antichità. Ossia, il Cristianesimo.
Note
(1) Il
rapporto fra sacerdozio cristiano e sacerdozio pagano è assolutamente lecito,
visto che la sede principale comune di entrambi è stata l’Urbs. Non solo per questo,
del resto, poiché tutte le religioni che non hanno subito una degenerazione
temporale hanno sempre manifestato quella che Eliade in un suo celebre saggio
ha definito <nostalgia delle origini>; in altre parole, non c’è una gran
differenza fra il concetto giudaico-cristiano di Sanctum Regnum e quello pagano di Saturnia Tellus.