Nel
suo interesantissimo dossier (1) la Bonnet-Xella ci parla da un lato
dell’asssimilazione di Eracle al fenicio Melqart e dall’altro di quella con il Kṛṣṇa hindu (2). Ma, per capire queste
assimilazioni storiche, occorre partire da piú lontano. Ossia da quel che anche lei definsce, sulla base
di Hêr., Hist.- ii. 44 “il doppio culto di Eracle” (3). Questo doppio culto a
nostro parere è connesso a piú fattori, che però la studiosa non riesce a
spiegare, liimitandosi a cercare le prove archeologiche di esso. Analizzando il doppio culto, tuttavia, si
vede che questo si è fuso in maniera tale che è difficile districarne le due
componenti. Per il corrispettivo
semitico non basta rifarsi al fenicio, ma anche all’ebraico; inoltre, va considerato
anche il camitico, dato che Kṛṣṇa è per definizione colui che ha pelle scura. Dalla qual cosa si deduce, essendo Eracle (e
poi Ercole fra i Romani) ossequiato pure in ambiente ellenico e quindi far i
discendenti di Giapeto (Iaphet) che l’Eroe ha funto veramente da mediatore fra
Iapheti, Semiti e Camiti. Ciò per il
fatto che Eracle altro non è, mutatis
mutandis, che Noè…; il padre di tutte e tre le linee di eredità del culto
ario (eroico), secondo noi proveniente da Oltreatlantico.
Platone lo testimonia, collocando Poseidone ossia il terzo elemento del Triregnum ellenico nell’Atlantide. Poseidone è legato d’altronde a Padre Zeus,
primo elemento del Triregnum e padre
di Eracle. Il dio di Noè (Dio Padre) è
peraltro da ritenere un doppione di Zeus.
L’identificazione sincretica, non sincretistica come vorrebbe l’autrice,
di Eracle a Kṛṣṇa ne prova ulteriormente la
provenienza occidentale. Che rapporto
c’è fra costui e Noè? Entrambi hanno a
che fare con 2 Diluvi, a differenza di Eracle.
Uno è quello atlantideo, che gl’Indiani chiamano del Govardhāna;
l’altro è quello successivo, che si è sovrapposto al precedente. I Greci hanno chiamato quest’ultimo il
Diluvio di Deucalione (non a caso un discendente di Giapeto), corrispondente al
Diluvio di cui parla il Mahābhārata (di Dvārakā). Il doppio personaggio si riferisce, dunque,
ad un doppio avatara; questa è la definizione giusta, valida non solo per il
mondo indiano. Eracle invece appare
come l’Eroe per eccellenza. Questo,
però, non esclude che vi si siano punti in comune, tant’è che in effetti veniva
identificato a Kṛṣṇa. Entrambi sono infatti fondatori zodiacali e
svolgono simili imprese simboliche.
L’arianicità dell’uno equivale, d’altro canto, all’eroismo dell’altro.
Note
(1)
C.
Bonnet-Xella, Le
grandi fatiche di Ercole- Archeo (A.IX, N°107), Gen. ’94. Nei
paragrafi intitolati l’uno ‘I viaggi di Eracle’ e l’altro ‘La metamorfosi di
Eracle’, pp. 76-89.
(2)
L’assimilazione a Śiva, il
Dioniso di Greci, seppur avvenuta realmente in certe forme sincretiche
sviuppando i caratteri post-titanici del culto eracleo è secondaria.
(3)
Paragrafo omonimo, pp. 72-5.
Nessun commento:
Posta un commento