sabato 24 marzo 2018

LE ORIGINI DEL CULTO ERACLEO




            Nel suo interesantissimo dossier (1) la Bonnet-Xella ci parla da un lato dell’asssimilazione di Eracle al fenicio Melqart e dall’altro di quella con il Ka hindu (2).  Ma, per capire queste assimilazioni storiche, occorre partire da piú lontano.  Ossia da quel che anche lei definsce, sulla base di Hêr., Hist.- ii. 44 “il doppio culto di Eracle” (3).  Questo doppio culto a nostro parere è connesso a piú fattori, che però la studiosa non riesce a spiegare, liimitandosi a cercare le prove archeologiche di esso.   Analizzando il doppio culto, tuttavia, si vede che questo si è fuso in maniera tale che è difficile districarne le due componenti.  Per il corrispettivo semitico non basta rifarsi al fenicio, ma anche all’ebraico; inoltre, va considerato anche il camitico, dato che Ka  è per definizione colui che ha pelle scura.  Dalla qual cosa si deduce, essendo Eracle (e poi Ercole fra i Romani) ossequiato pure in ambiente ellenico e quindi far i discendenti di Giapeto (Iaphet) che l’Eroe ha funto veramente da mediatore fra Iapheti, Semiti e Camiti.  Ciò per il fatto che Eracle altro non è, mutatis mutandis, che Noè…; il padre di tutte e tre le linee di eredità del culto ario (eroico), secondo noi proveniente da Oltreatlantico.



            Platone lo testimonia, collocando Poseidone ossia il terzo elemento del Triregnum ellenico nell’Atlantide.  Poseidone è legato d’altronde a Padre Zeus, primo elemento del Triregnum e padre di Eracle.  Il dio di Noè (Dio Padre) è peraltro da ritenere un doppione di Zeus.  L’identificazione sincretica, non sincretistica come vorrebbe l’autrice, di Eracle a Ka ne prova ulteriormente la provenienza occidentale.  Che rapporto c’è fra costui e Noè?  Entrambi hanno a che fare con 2 Diluvi, a differenza di Eracle.  Uno è quello atlantideo, che gl’Indiani chiamano del Govardhāna; l’altro è quello successivo, che si è sovrapposto al precedente.  I Greci hanno chiamato quest’ultimo il Diluvio di Deucalione (non a caso un discendente di Giapeto), corrispondente al Diluvio di cui parla il Mahābhārata (di Dvārakā).  Il doppio personaggio si riferisce, dunque, ad un doppio avatara; questa è la definizione giusta, valida non solo per il mondo indiano.   Eracle invece appare come l’Eroe per eccellenza.   Questo, però, non esclude che vi si siano punti in comune, tant’è che in effetti veniva identificato a Ka.  Entrambi sono infatti fondatori zodiacali e svolgono simili imprese simboliche.  L’arianicità dell’uno equivale, d’altro canto, all’eroismo dell’altro.











Note


(1)          C. Bonnet-Xella, Le grandi fatiche di Ercole- Archeo (A.IX, N°107), Gen. ’94.  Nei paragrafi intitolati l’uno ‘I viaggi di Eracle’ e l’altro ‘La metamorfosi di Eracle’, pp. 76-89.
(2)          L’assimilazione a Śiva, il Dioniso di Greci, seppur avvenuta realmente in certe forme sincretiche sviuppando i caratteri post-titanici del culto eracleo è secondaria.
(3)          Paragrafo omonimo, pp. 72-5.

Nessun commento:

Posta un commento